mercoledì 24 novembre 2010

A Racaltumo tutto fermo

Ogni giorno seguiamo con interesse la crisi del governo nazionale. Giorno 14 dicembre si voterà la sfiducia al governo Berlusconi. Ma a Racalmuto tutto si è fermato. Consigli comunali deserti.  Il dibattito è finito all’indomani del voto di sfiducia al sindaco. Nel mentre i problemi del paese sono tutti lì. Non si parla del paese sempre più sporco.
Non si parla più dell’amianto che giace da mesi e mesi sui marciapiedi del paese.
Non si discute del bilancio comunale, approvato a fine anno, con tanti dubbi e perplessità.
Un cittadino racalmutese mi diceva che per i contributi alle famiglie bisognose sono stati finanziati somme insufficienti, al contrario vengono impegnati in bilancio centinaia di migliaia di euro per i professionisti.
Noi speriamo che l’amministrazione si mostri sensibile alle esigenze dei più deboli, in modo particolare in questo periodo, dove tanti padri di famiglia sono senza lavoro. E’ necessario, dalle istanze presentate all’ufficio sociale, rimpinguare il capitolo per i contributi alle famiglie bisognose e dare la possibilità a tutti di trascorrere serenamente l’avvicinarsi del Santo Natale.
Sergio Scimè

Commento N° 1 (di Carmela Mattina)

caro sergio..chi ha il coraggio, come te...di dire le cose come stanno e direttamente in faccia...purtroppo va incontro a spiacevoli inconvenienti!democrazia?libertà di pensiero?parola troppo pesante per chi è costretto a vivere da civile i...n un paese che di civiltà fino ad oggi ne ha dimostrata ben poco..anzi direi quasi del tutto assente!ma tu vai per la tua strada e chi crede in quello che dici non ti abbandona e ti sta vicino. viva la libertà,viva la democrazia, viva la libertà di pensiero e di parola!chi intimidisce, chi impone con la violenza il proprio pensiero è un fallito, non solo nei confronti della società ma soprattutto fallito come uomo, come essere e questa è la cosa peggiore che possa accadre ad un uomo! quando un uomo non è capace di far rispettare e di essere rispettato, di essere ammirato per quello che fa e quello che dice può usare tutta la violenza che vuole...ma pur sempre di un fallimento si tratta.. ed è proprio per questo che diventano violenti..proprio perchè hanno capito che è finita, che non hanno saputo dimostrare, non hanno saputo dialogare e soprattutto non hanno dato alla gente quello che si aspettava!prendere le valigie e andare a casa noooo ehhhh? troppo comoda quella poltrona! che disastro il nostro paese! ci sarà di peggio? meno male che ciò che tiene in vita l'uomo è la speranza! infatti si spera in un miracolo! gente pulita per favore...che veramente abbia interessi verso il prossimo! che bello leggere la storia e innamorarsi di eroi che per millenni hanno salvato e dato la vita per la propria patria! che bello! peccato che è solo storia! un'epoca passata, uomini diversi, coraggiosi ma soprattutto umili perchè è proprio l'umiltà che rende grande l'uomo!


Carmela Mattina

lunedì 15 novembre 2010

Attesati di solidarietà

Sabrina
Perchè cliccare su "Mi piace"? No, non mi piace neanche un pò.
Posso anche comprendere il fatto che il Sindaco stia attraversando un momento particolarmente difficile, ma nulla giustifica questo tipo di aggressioni...
Sempre più disgustata......

Angela
Non conosco i motivi di questo rancore ma la violenza anche se solo verbale, non puo' essere accettata. Ti sono vicina Sergio..

Anna Maria
Anch'io ti sono vicina Sergio. Purtroppo le brutte abitudini della prepotenza del potere sono dure a morire e la violenza verbale è pari a quella fisica.
Riguardati!

Baldassare
ciao sergio, solo una piccola frase per quello che te successo ;Le menti sono come i paracadute: " Funzionano soltanto quando sono aperte "

Filippo
solidali!!! con Sergio Scime!!!!ciaoooo

Enzo
Statte accuorte Sergio!(Direbbero a Napoli) Il Sindaco è una brava persona,siamo amici da ragazzi.E'stato un brutto periodo anche per Lui questo.

Giuseppe
sergio solo soledarietà ti posso dare e dirti il sig. petrotto si deve dimettere e basta e deve stare solamente calmo senza alterarsi perchè la colpa e solo sua e poi chi l'ha detto che deve stare su quella poltrona senza fare niente o meglio fare i cazzi suoi "interessi"e prendersi i nostri soldi io questo dipendente non lo voglio e quindi lo licenzio!!!!!faccia ricorso al TAR

Graziella
Quella di Petrotto é una eclatante dimostrazione di debolezza... Quelli come te ne fanno le spese. Vai avanti e sii orgoglioso di quello che sei. scrivi scrivi scrivi .....

Giuseppe
Hai la mia solidarietà per quello che è successo riguardante la ridicola e patetica aggressione del sindaco nei tuoi riguardi, che sia di buon auspicio e che la sua irritazione sia direttamente proporzionale all accrescimento della tua fortuna politica futura.

Paolo
apprendo oggi soltanto del fattaccio accadutoti ha la mia piena solidarietà.... purtroppo molte volte il non saper confrontarsi porta a questi piccoli inconvenienti

Calogero
Carissimo Sergio sono solidale per l'aggressione subita e auspico che i tuoi sforzi, in breve tempo, siano ricompensati. E' arrivata l'ora di una svolta decisiva perchè Racalmuto e gia' alla frutta, anzi ....è gia' marcia anche quella!!!!!!!!!!!!

Giuseppe
anche in ritardo esprimo solidarietà a Sergio. Questo squallido personaggio squadristra (recudrescenza del soviet) conosce poco la democrazia. Anche che non sono RACALMUTESE (lo era mia nonno - per cultura sociale mi sento di esserlo!) ho appreso negli anni di frequentazione che occorre un pensieo libero. Grazie a Sergio che oggi possiamo esprimerlo. Sono per Regalpetra libera; contate, per il mio piccolo, su di me. "Sempre avanti". G.C.

Salvatore
vai cosi sergio sei moltocoraggioso sei una persona onesta puoi dire la verita come vanno le cose a racalmuto sei inattaccabile

Maria
Bell'esempio per le giovani leve! Invece di discutere nel più assoluto rispetto dell'essere umano, al fine di trovare la soluzione più confacente alle tante problematiche che insistono sul territorio, distruggete quanto di meglio è stato realizzato finora dai Vostri predecessori. Spero almeno che quanto è accaduto possa servire a far riflettere e ...

Giovanni
caro sergio ti sono vicino, come tu sai sono stato fuori paese per alcuni giorni e solo oggi leggendo il blog apprendo del vile gesto di un sindaco che oramai sta per arrivare al desser, vai avanti così ...........

Sergio
Grazie cari amici ...

Cristian
Sergiù ti esprimo tutta la mia solidarietà per quello che è successo, purtroppo da noi si ragiona così...Ma nulla è per sempre, tutto è destinato a cambiare.

Lillo
La mia solidarietà. Avremo modo di raccontare il fatto su RavaNews.

Maximilan
Sergiu.... tutto bene?
stai attento.... mi raccomando..... che di cazzoni in giro ce ne sono troppi!!!! Un abbraccio

Giovanni
Sergio desidero esprimerti tutta la mia solidarietà riguardo i fatti di cui sei stato oggetto, che hai pubblicato sul tuo blog.
Sono situazioni inquietanti a testimonianza e a riprova del degrado in cui riversa il nostro paese.
Fatti che fai bene a denunciare attravrso il tuo impegno civile.
Il contraddittorio dovrebbe fare del bene al dibattito democratico ma se fermato con la violenza fa certamente male si alla democrazia, ma non solo.
Qualora investendo cariche pubbliche si ritiene di venire lesi dalla critica altrui, le vie non sono e non possono essere certo quelle della violenza.
In caso contrario non potremo mai spiegare ai nostri figli la differenza che c'è tra noi e la mafia.
Tra il nosto essere civili e quello degli altri.
Ti sono vicino.

Sergio
Ringrazio tutti gli amici che su facebook hanno scritto queste belle parole di solidarietà e quanti in piazza, per telefono, con messaggi, mi sono stati vicino dopo il "fattaccio", che spero non si ripeta più. In paese c'è aria pesante. Molti amici che hanno manifestato dissenso nei confronti dell'amministrazione vengono immediatamente intimiditi, creando un clima di terrore nella società civile. Questo non fa bene al paese e alla democrazia. La libertà di pensiero è un diritto di tutti.

Ho subìto un'altra aggressione dal sindaco di Racalmuto.

Oggi, 9 novembre 2010, alle ore 13:30 circa, mentre dialogavo con un amico, il sindaco mi ha aggredito in piazza. Un episodio che non avrei voluto raccontare, ma devo farlo per la mia sicurezza.
Mi trovavo sul marciapiede del Banco di Sicilia, in via Garibaldi, vicino la statua di Leonardo Sciascia, arriva il sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, con la sua auto. Parcheggia. E' in compagnia di una persona. Si avvicina e con agitazione incomincia a provocarmi, con frasi tipo: "la devi finire ... ora basta". Eccettera Eccetera. Eccetera.
Frasi, attegiamenti, gesti che avevano il solo obiettivo di intimidire la mia persona.
La provocazione continua in presenza della sua famiglia arrivata poco dopo, e di passanti.
Il sindaco continua ancora con insulti vari a squarciagola. Mi allontano. Mi insegue ancora con agitazione.
Io gli dico: "stai calmo, quì nessuno ha paura ..."

Continua. La moglie lo invita a salire in macchina. Entra. Ma subito dopo con fervore esce.
In silenzio vado nella mia auto e vado via.

sergio scimè

Racalmuto: silenzio apparente

Dopo il voto di sfiducia al sindaco Petrotto il dibattito si è zittito. Tutto risolto o è un silenzio apparente?
I problemi del paese sono tutti lì. Ma gli operatori della politica sembrano rassegnati, sfiduciati. Io resto convinto che questa esperienza amministrativa va fermata il prima possibile per evitare altri danni. Chi governa fa del male a se stesso e alla comunità.
Quest’amministrazione va avanti per inerzia senza un programma.
Il motto:"ci siamo e ci resteremo". Punto.
Non pensano al futuro del paese. Tante cose bisogna fare con urgenza, per prima cosa un piano di lavoro che rilanci l’immagine di Racalmuto. Rilancio che in questo momento con questo sindaco è impossibile.
“La crisi politica è conclamata” direbbe Bersani. “Il paese va a rotoli” dichiarerebbe Casini. “Petrotto si dimetta” pronuncerebbe Fini.
Non si può lasciare per un anno e mezzo Racalmuto senza governo, senza prospettiva.
Berlusconi e Petrotto dovrebbero “staccare la spina” insieme.
Le forze che sostengono il sindaco hanno l’obbligo di dire alla città cosa intendono fare.
Questo silenzio deliberato crea sospetti.