giovedì 28 luglio 2011

Chi ama non uccide

Per amore non si uccide. Un giovane uccide un altro giovane per orgoglio, per far vedere agli amici cosa sa fare se qualcuno corteggia la sua ex ragazza. Il bisogno di dover dimostrare ad altri fin dove può arrivare la sua rabbia.
Di chi è la colpa ? la colpa è di tutti noi adulti che non siamo stati capaci ad insegnare ad un minorenne il vero significato dell'amore.
Chi ama non uccide. L'idea dell'amore eterno ed assoluto è un concetto molto relativo che può scatenare attimi di follia. Alcuni dogmi sociali, legati poi all'ignoranza portano spesso a gesti estremi.
Ragazzi e ragazze l'amore non è come la matematica dove 2+2 fa sempre 4.
Gli amori come nascono possono finire.
Ma poi, scusate, quanti amori ci sono: l'amore per Dio, l'amore per i figli, per i genitori, per i nonni, per gli animali, l'amore per la natura, l'amore per i libri, per la musica, l'amore per un amico o per un'amica. L'amore è l'essenza della vita non ci lascia mai perchè è bene che si oppone al male: alla morte.
Addio Calogero.

mercoledì 27 luglio 2011

Io ho delle idee e le comunico

io non voglio proprio nulla, per me la politica è una passione, ho delle idee e le comunico. Fai molta confusione io sono un libero cittadino, come te, in un momento difficile per il paese ho sentito il dovere di fare qualcosa. Dalle cose che scrivi si vede che mi conosci poco. Il "potere" che cos'è? occupare una poltrona al consiglio comunale, fare il sindaco, essere assessore, fare il dirigente, diceva Totò "Antonio De Curtis" mi faccia il piacere. Io non amo il potere, non m'interessa proprio, sono innanzitutto un padre (non padrone), un marito, un docente, da qualche anno un blogger. La politica per me è un piacere, ma come dico a tanti non sono un'arrivista (assolutamente no!) chi oggi o domani vuole fare il sindaco: si accomodi pure. L'importante che sia una brava persona con idee da mettere in campo, capace, seria, onesta, che ha a cuore le sorti del paese, che non si fa manipolare e che soprattutto ripudia la mafia oltre che la guerra. Quando questa persona (non anonima) verrà fuori, spero al più presto, io lo voterò.

Bisogna puntare sulla raccolta differenziata

sono un cittadino che attendo delle risposte da chi in questo momento siede in quelle scomode poltrone del consiglio comunale, la vera novità sono "le tre ESSE" tutto il resto è noia come cantava Califano. Io sono prima un cittadino Racalmutese e pretendo che i miei diritti vengano garantiti, se pago la spazzatura vogliono che almeno venga fatto un buon servizio, il centro storico è sempre sporco i netturbini non passano quasi mai. Per non parlare della raccolta differenziata a che servono i contenitori blu per la differenziata che va a finire ad Agrigento o forse addirittura in discarica a Siculiana se abbiamo il centro comunale di raccolta di nuova apertura sotto il cimitero? lo sai che il 50 % dei rifiuti che produciamo è umido e può benissimo andare in una compostiera e fare l'humus, ottimo fertilizzante per l'agricoltura. la verità e che siamo all'anno zero, tutti pensano di esssere (con tre ESSE) i primi della classe ma pochi capiscono. SE tu raccogli un muluni in campagna, poi butti le bucce nel contenitore della spazzatura, quelle bucce vengono trasportate sino a Siculiana e diventano un costo il loro smaltimento. Lu muluni non ti è costato nulla ma il rifiuto lo paghi. Fai prima a gettarlo in un fosso a terra in campagna. Ma chi dice queste cose? nessuno perchè non conviene, a Racalmuto e in Sicilia la munnizza è oro, "regalpetra libera" sarà in prima fila per la raccolta delle firme per indire il referendum contro L'ATO. Questo è "TRE ESSE" mentre tutti gli altri dormono. Con una raccolta differenziata che funzioni, la realizzazione di una compostiera e la presenza nei quartieri dei netturbini che paghiamo ilpaese sarebbe pulito e la tassa diminuirebbe di tanto. Questa è la mia idea.

giovedì 21 luglio 2011

Il sindaco è importante per Racalmuto ma bisogna puntare sul lavoro di gruppo

il sindaco è importante per governare una comunità ma bisogna puntare sul lavoro di gruppo, come si dice bisogna fare "squadra", una squadra di sindaci di persone che amano questo paese, che soffrono quando il paese soffre, che gioiscono quando c'è festa E SI STA BENE. Un impegno va preso sin da subito: l'assessore, il sindaco, non saranno soli
ma ognuno avrà accanto un team di persone che "gratuitamente" contribuiranno alla rinascita di Racalmuto. Artisti, medici, intelletttuali, architetti, ingegneri, insegnanti, donne, uomini, giovani, bambini, tutti INSIEME per risollevare Racalmuto. Non il progetto di uno solo ma tutta la comunità si dovrà mobilitare, DEVE uscire fuori la vera anima di Racalmuto, l'anima del cambiamento. RACALMUTO PER RACALMUTO è questo il grande movimento che ho in mente ... (sergio scimè)

La politica del tavolino

Oggi su Teleacras ho sentito il sindaco Marco Zambuto che con veemenza si batteva contro la politica del Tavolino, ma promuoveva una politica rinnovata che miri al coinvolgimento diretto dei cittadini. Le logiche di una politica restauratrice di certi schemi passati sono improponibili. La politica autoreferenziale non vince, se si parla di una politica responsabile vuol dire che immaginiamo anche un cittadino responsabile che contribuisce nel miglioramento complessivo della società. La gente si aspetta dai nuovi amministratori innanzitutto onestà, serietà, capacità nella soluzione dei problemi.
Chi amministra, politico o non politico, deve favorie il coinvolgimento della gente nelle scelte importanti come la gestione dei principali servizi pubblici: acqua, rifiuti, energia. Un argomento importante è il tema urbanistico in un territorio ma che nessuno affronta in modo serio. Racalmuto vive un centro storico abbandonato dove bisogna prendere delle scelte al più presto: o demolire ciò che è pericoloso per la collettività (rendendo i nuovi spazi fruibili) o restaurare le case rendendole abitabili. Una casa abbandonata impoverisce il centro storico ed il paese nel suo complesso.
Per il momento chiudo qui. Ma è l'inizio di nuovi ragionamenti sul quel tanto da fare che c'è nel nostro paese. (sergio scimè)